venerdì 3 giugno 2011

Sciamanesimo

Lo sciamanesimo è una delle discipline che portano al sapere, la più antica mai scoperta; da essa prendono spunto quasi tutte le religioni e gli antichi riti presenti su tutto il globo.

Tracce dello sciamanesimo si trovano fino a 50.000 anni fa, grazie al ritrovamento di alcune pitture rupestri rappresentanti maestri sciamani, riconosciuti dal bastone con la testa di serpente, e da pochi manoscritti.

La testimonianza più vera comunque, rimane sempre quella tramandata da generazione in generazione, perché gli sciamani difficilmente scrivono ciò che sanno e che apprendono nelle loro “visioni”, dato che scrivendo vengono meno alcuni lati, alcune interpretazioni, alcune sfumature che l’apprendere con lo spirito invece esalta. Per essere più chiara, è come disegnare un oggetto, per quanto bravo potrà essere l’artista, sul foglio avrà sempre due dimensioni, e la luce rimarrà sempre solo dalla parte in cui il disegnatore l’ha preferita, mentre gli sciamani vedono le molteplici verità delle cose, ed alcuni concetti non possono essere scritti e, mostrandoli con lo stesso criterio in cui sono stati mostrati loro, ne rispettano il concetto stesso e la vera essenza.

Dal mio punto di vista è una disciplina innata, come il contatto con la natura e le forze che possediamo; fa parte di ogni uomo, basterebbe solo risvegliare i nostri sensi.

La natura e le sue energie sono una sola cosa con le energie che ci danno vita; è l’energia cosmica che tutto comprende, noi dobbiamo e abbiamo solo e sempre cercato di comprendere ciò che è sempre esistito.

Il creato è suddiviso da vari elementi animati e non, ognuno con la propria funzione, e tutto fa parte di un’unica sola meravigliosa e straordinaria cosa: la vita.

Le nostre energie e il nostro sapere sono in continua evoluzione, in ogni istante si apprende qualcosa di nuovo, anche a livello inconscio, e le nostre forze si scambiano reciprocamente con quelle delle cose e persone che ci stanno intorno e con la natura circostante facendoci diventare un tutt’uno.

Il termine “sciamano” significa stregone o viaggiatore. Nella lingua Pali viene indicato con questo termine colui che è in grado di guarire il corpo e lo spirito per mezzo dei suoi poteri di comunicazione con le forze della Natura e dei disincarnati. Questo deriva dal fatto che, grazie a questa disciplina, i maestri sciamani riescono a “viaggiare” nella “realtà non ordinaria” o “mondo ultraterreno”, per cercare le risposte e la guarigione per sé e per i loro cari, ma anche per la madre Terra, direttamente dalle entità che incontrano sul loro cammino. I Tungusi usano il termine “saman” per indicare il difensore magico della comunità in contatto con il mondo invisibile, colui che conosce la memoria delle antiche tradizioni e dei primordiali riti dei Popoli della Natura. I Celti hanno anche una versione femminile del termine: “sciamenka”.

Nel loro “viaggio” spirituale, gli sciamani sono a stretto contatto con entità, divinità e animali totem o animali guida che li aiutano a ritornare nella “realtà ordinaria” o “terrena”, ricchi di nuovo sapere, per loro o da divulgare al mondo per una vita migliore, ma anche risposte alle più semplici domande che ogni giorno ci poniamo.

Gli sciamani più esperti ad esempio possono cercare nei loro viaggi “lo spirito” delle piante, ovvero la loro energia, e potranno apprendere direttamente da loro come meglio debbano essere usate per trarne beneficio e le loro proprietà curative, sia per il corpo che per la mente, così anche per i minerali e tutti gli elementi che ci dona la madre Terra e che di essa fanno parte.

Ogni persona può essere uno sciamano, a prescindere dalla propria religione, e non bisogna essere iniziati con riti particolari, come nella maggior parte dei culti. L’unica cosa davvero importante è che chi vuole diventare sciamano deve farlo per il proprio bene e per il bene di chi gli sta accanto e del mondo che lo ospita, anche perché è pressoché impossibile stabilire un contatto con il mondo ultraterreno se non si è in pace, e nessuna entità benevola darà retta a chi va per chiedere vendetta o maledire, così facendo le uniche energie che verranno contattate saranno negative, come in quel momento è lo spirito di chi cerca di intercettarle e, una volta disturbate per un così ignobile scopo, non tarderanno a mostrare il loro disprezzo.

Sciamanesimo dunque non è magia o illusionismo, sciamanesimo non è religione, lo sciamanesimo è l’arte di trarre la risposta ad ogni domanda dalle energie che ci circondano, le stesse di cui noi siamo formati, non va confuso con i riti esoterici e il misticismo trascendentale.

È semplicemente l’entrare in contatto con il mondo spirituale che da sempre coabita con noi, quello che va ascoltato con il cuore e non con il corpo, quello che nasconde i più profondi misteri dell’essere stesso, il vero sapere.

Gli sciamani hanno una vocazione, come avviene per alcuni religiosi. Solitamente, si inizia con il chiedersi chi siamo e cosa facciamo qui, e più nel cercare delle risposte ci si scosterà dalla realtà che la politica e la storia ci hanno imposto, più la vocazione crescerà nello spirito del nuovo sciamano.

All’inizio, il nuovo sciamano si sentirà solo, diverso, e un grande senso di cambiamento invaderà la sua mente, portando con sé depressione e sbalzi d’umore.

Tutto questo perché è difficile accettare che ciò che fino ad ora è stata tutta la nostra vita non ha più senso, è vuota e minuscola in confronto a ciò che pian piano si apre nella nostra mente.

Il nuovo sciamano si sentirà “illuminato”, e a lui sarà concesso vedere la realtà nelle molteplici sue forme, le entità guida gli faranno visita e queste, o il maestro spirituale (possa esso far parte sia del mondo terreno che di quello ultraterreno), gli insegneranno dapprima la gerarchia e l’importanza di ogni entità che incontrerà nei suoi viaggi, poi a ringraziare ed ad entrare in contatto con tutti gli elementi che lo circondano, in seguito gli insegneranno a curare il proprio sé, a guarire la propria anima e a viaggiare e muoversi in modo conscio nella realtà che ora gli sarà concesso conoscere.

Lui imparerà che non esiste passato, presente o futuro per lo spirito, ma solo per il corpo.

Imparerà a vivere secondo le leggi della natura, con la consapevolezza che il sole scandisce il tempo e non l’orologio, il vento le stagioni e non il nostro calendario.

Avrà dimestichezza con erbe e minerali, imparerà alcune discipline antiche come ad esempio la cartomanzia e la lettura delle rune, abbandonandosi al sapere delle energie e delle divinità che ormai sono un tutt’uno con la sua vita e gli aprono la porta ad ogni sua domanda.

Imparerà sopra ogni altra cosa che il rispetto e l’umiltà sono sintomo di forza interiore e di saggezza.

E, in uno stadio ormai avanzato, a lui sarà concesso guarirsi e guarire gli altri e la madre Terra.

Gli sciamani vivono a stretto contatto con la natura e ne rispettano le leggi. Perfettamente ambientati, sanno che il ciclo da seguire è quello del Sole, quindi si sveglieranno alle prime luci dell’alba e si addormenteranno con il buio. Mangeranno ciò che la madre Terra gli offrirà e dedicheranno la maggior parte dalla loro vita nella meditazione. Insegneranno ai novelli sciamani (possano esserlo per eredità o per vocazione) tutto il loro sapere e si lasceranno morire nella consapevolezza che il loro spirito sarà ora più libero e un tutt’uno con le energie circostanti e, nello stesso tempo, abiteranno nel mondo ultraterreno che già conoscono.

Gli sciamani moderni, o comunque chi si avvicina ora e nelle città a questa pratica, non può purtroppo vivere uno stile di vita così diverso dal solito, il lavoro e la società ci impongono certe regole. Ma con tanta concentrazione, si può ritrovare la porta che conduce alla tranquillità delle foreste anche nel proprio appartamento, io ad esempio guardo la sveglia solo quando suona al mattino, e con l’andar del tempo, ho imparato a sentire il tempo che scorre.

Tra Sean e Scarlett è già finita

Secondo "People" la storia sarebbe arrivata al capolinea


Erano belli e famosi e, sembravano, innamoratissimi. Invece secondo "People", l'esplosiva storia d'amore tra Sean Penn e Scarlett Johansson sarebbe già finita. La coppia aveva ufficializzato la liaison mano nella mano a una cena alla Casa Bianca. Ma le voci sulla rottura si erano fatte insistenti quando a Cannes la musa di Woody Allen lo aveva lasciato solo sul red carpet. Adesso arrivano le prime conferme.

Sean Penn e Scarlett Johansson, si sono lasciati,storia finita, lo dice People

In realtà l'attrice è impegnata in New Mexico dove sta girando "The Avengers". E quindi in molti, quando non l'hanno vista a Cannes per la presentazione del film di Penn "This must be the place", avevano giustificato l'assenza per motivi di lavoro.

Sembra invece che già allora la storia fosse arrivata al capolinea. Sul "perché" si fanno mille ipotesi, di sicuro ha giocato la grande differenza di età. L'ex marito di Madonna, infatti, era più vecchio di 24 anni (50 anni lui e 26 lei).

Scarlett si era separata solo a dicembre dal sexy marito Ryan Reynolds e sembrava stregata dal fascino dell'uomo maturo, tant'è che nelle settimane scorse meditava addirittura di trasferirsi nella villa di Penn a Malibu. Non solo, aveva abbandonato il vecchio look biondo platino per un rosso più sensuale. Ma, a quanto pare, non è bastato.

Archeologia, trovata a Luxor una grande statua del faraone Amenhotep III




Il sovrano regnò dal 1390 al 1352 avanti Cristo,

un lungo periodo di pace e buoni rapporti con

i babilonesi.




Una squadra di archeologi egiziani ed europei ha trovato la statua dell'antico faraone egiziano Amenhotep III nel tempio funerario di Luxor. Lo riferisce il ministro per le Antichità, Zahi Hawass, spiegando che la testa di alabastro di due metri e mezzo della statua dedicata al sovrano della 18esima dinastia è ancora intatta. Hawass ha descritto la faccia della statua come un capolavoro della ritrattistica reale. Il sovrano è stato rappresentato con occhi a mandorla dipinti dal tradizionale trucco egiziano, un naso piccolo e labbra carnose.
Di Amenhotep III, che è stato faraone dal 1390 al 1352 avanti Cristo, esistono già una grande statua conservata nel museo di Luxor e una grande testa che si trova al museo egizio di Berlino. Per ragioni che ci sfuggono i greci lo chiamarono sovrano Memnone come il principe etiopico che, nell'Iliade, viene ucciso da Achille.

Una delle principali fonti di informazioni sugli avvenimenti del suo regno sono le Lettere di Amarna, una raccolta di tavolette, scritte nella lingua diplomatica del tempo, l'accadico, che contengono la corrispondenza tra l'Egitto e numerosi stati, piccoli e grandi, dell'area mediorientale.
Amenhotep III intrattenne relazioni pacifiche con varie potenze straniere attraverso diversi matrimoni interdinastici, si hanno notizie di unioni con Gilu-Kheba figlia di Shuttarna II re di Mitanni (decimo anno di regno) e con Tadu-Kheba figlia di Tushratta anch'egli re di Mitanni e con una sorella e una figlia di Kadashman Enlil sovrano di Babilonia.
Il regno di Amenhotep III fu per la maggior parte un periodo di pace; si ha notizia di una sola spedizione in Nubia nel 5º anno di regno, peraltro non comandata dal sovrano in persona.

Francesca Testasecca, ingrassata e single

Miss Italia ha messo su 10 Kg ed è senza fidanzato

Non è passato nemmeno un anno da quando Francesca Testasecca è stata incoronata Miss Italia. Il titolo è ancora suo, ma nella vita della bella reginetta umbra sono cambiate molte cose. E non in meglio. "Dopo 5 anni d'amore Samuel, il mio fidanzato, ha chiuso la nostra storia", racconta a Diva e Donna Francesca. E nel frattempo lei ha messo su 10 chili e lottato contro la depressione.

francesca testasecca, 10 chili in più

Il titolo di Miss Italia insomma non sembra averle portato molta fortuna. "Dall'elezione di Miss Italia ho preso 10 chili per alcuni problemi ormonali", racconta la Testasecca, che confessa di aver passato un periodo di depressione superato solo grazie alla sua famiglia e ai suoi amici.


Samuel invece, il suo ragazzo da cinque anni. pare aver latitato: "Non mi è stato vicino e proprio nel momento in cui avrei avuto bisogno di un suo supporto mi ha abbandonato...". Il suo anno da Miss si concluderà a settembre ma Francesca non è disposta a mollare il colpo. I dieci chili non le hanno certo fatto perdere la sua sensuale bellezza né tanto meno la grinta con cui ha deciso di continuare ad inseguire i suoi sogni. Tra questi quello di diventare attrice.

La Seredova e Buffon all'altare il 14 giugno

La coppia si sposerà a Praga


Mentre Alena Seredova cerca ancora l'abito perfetto per il suo giorno del sì, è cominciato il conto alla rovescia. La data delle sue nozze con Gigi Buffon sembra essere stata fissata. Il portiere della nazionale e la bella modella ceca si sposeranno infatti il 14 giugno (anche se alcune voci dicono il 16) a Praga, nella terra di Alena.

alena seredova, gigi buffon, matrimonio, data, 14 giugno

La loro relazione dura dal 2006 e insieme i due hanno dato vita a due bellissimi bambini di 4 e 2 anni. La Seredova aveva giurato di non voler sposare mai un calciatore, ma i giuramenti spesso non vengono mantenuti e così adesso la bella modella si sta preparando a fare il grande passo.

Dopo Maddalena Corvaglia e Williame Kate, ma prima di Charlène Wittstock con il Principe Albert di Monaco, e Kate Moss,. Insomma sposarsi è proprio diventata una moda. A trovare la chiesa a Praga dove i due convoleranno a nozze ci ha pensato la sorella di Alena, manca solo l'abito. "Gigi se lo è comprato subito, io ancora lo sto cercando", racconta la Seredova a Diva e Donna, "mia sorella, che mi sta dando una mano con l’organizzazione del matrimonio, è disperata: fino a che non scelgo l’abito non si possono organizzare decorazioni né tanto meno prenotare il bouquet“.

Chi non sarà tra gli invitati a Praga potrà consolarsi probabilmente al Twiga di Forte dei Marmi, dove la coppia darà una festa dopo il matrimonio per tutti gli amici.

mercoledì 25 maggio 2011

Manu Bennett: gladiatore non solo sul set

L'attore della serie tv "Spartacus: Sangue e sabbia" si racconta



Manu Bennett è Crixus, il gladiatore di "Spartacus: Sangue e sabbia", la serie tv più cruda del momento. Ampio spazio a sangue e sesso sullo sfondo di una Roma antica che costr inge a scegliere se uccidere o essere uccisi. L'attore si racconta a Vanity Fair e ringrazia la madre, morta in un brutto incidente, che gli ha dato la forza per combattere nella vita e sul set.

Nei panni di Crixus si sente a proprio agio, un combattente ma anche un perdente in cui si è immedesimato grazie alle proprie esperienze passate: "A 14 anni avevo una specie di nemico, un ragazzo che faceva la mia stessa scuola. Eravamo molto diversi, io studiavo danza classica e lui guidava la moto. Finché un giorno rimasi coinvolto in un incidente stradale: mia madre morì, io mi risvegliai dal coma in una stanza di ospedale. E quel ragazzo era lì. Mi mise una mano sulla spalla e pianse. Più tardi scoprii che anche lui aveva perso la madre. Diventammo amici e lo siamo tutt'ora. Quando lessi la sceneggiatura di Spartacus, il rapporto tra Spartaco e Crixus mi ricordò lui: nonostante fossimo diversi, avevamo trovato un contatto grazie alle emozioni".

Anche l'adolescenza non fu facile: " Ho dovuto imparare a fare i conti con i sentimenti suscitati dalla perdita di mia madre e oggi non sarei un attore se non mi fosse successo quel che è successo. La musica mi ha aiutato tantissimo nei momenti difficili, il rugby invece mi è servito soprattutto per buttare fuori la rabbia. Iniziai a giocarci per caso. Andai in Nuova Zelanda per il funerale di mia madre e mi trasferii lì da alcuni parenti che mi iscrissero in un collegio maori, una scuola maschile che sembrava una palestra di gladiatori: mettere su muscoli era l'unico modo per sopravvivere." e continua "Un giorno un ragazzo mi pestò a sangue, mi avrebbe ammazzato se non lo avessero fermato. Cominciai a fare pesi e a irrobustirmi."

"Finito il college tornai in Australia, mi iscrissi a una gara di modelli e vinsi. Il premio era un viaggio in Inghilterra, dove trovai lavoro e cominciai a girare l'Europa." Dopo aver viaggiato in Canada e negli Usa tornò in Australia ed ecco la svolta: nel 1993 cominciò la carriera nel cinema e in tv dove nel 2004 salvò la vita a un uomo che stava per morire bruciato in un reality show che Bennett conduceva "Doveva superare una prova molto pericolosa, all'improvviso era avvolto nel fuoco, lo buttai a terra per spegnere le fiamme con la sabbia".

Sul set di Spartacus invece è toccato a lui un piccolo incidente: "Per rendere le scene di combattimento più realistiche ci spingiamo al limite. Usiamo spade vere, di plastica dura e morbide. Un giorno per sbaglio uno stuntman mi ha colpito con la spada vera. Proprio all'altezza del cuore".

GLI ETRUSCHI DALL'ARNO AL TEVERE





Produttrici di una grande ricchezza impostata su agricoltura materie prime e commerci le città dell'Etruria fra i due fiumi dell'Italia centrale vissero una storia tutta giocata sulla loro gelosa autonomia e alla fine sul rapporto perdente con Roma: una vicenda che Cortona tutt'oggi evidenzia con vivaci iniziative legate all'antico passato etrusco...

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Vivere a ridosso dei fiumi: un obiettivo tenacemente perseguito fin dalla nascita dei primi agglomerati urbani. Lo fu per le popolazioni che vissero tra Tigri ed Eufrate, per gli Egizi lungo il Nilo, per gli Indiani a ridosso del Gange. Il fiume nel mondo antico, e dunque anche per gli Etruschi, è anzitutto risorsa idrica per l’agricoltura e l’allevamento, habitat favorevole alla caccia e alla pesca, luogo ricco di prodotti secondari spesso preziosi per la vita quotidiana (come le canne palustri, abbondantemente utilizzate nella carpenteria e nelle costruzioni, i giunchi, alcune specie di erbe); è, naturalmente, via di trasporto per uomini e merci, tramite zattere o barchini, di cui ci parlano le fonti antiche e i rinvenimenti archeologici (specialmente i modellini di barche). Il fiume costituisce altresì un confine tra città, etnie diverse, ma è anche luogo di contaminazione e osmosi fra culture, nonché sbocco verso il mare. Come tutti i corsi d’acqua in Etruria, proprio per questa carica di elementi positivi per la vita dell’uomo, il fiume è dimora di un dio, di cui talvolta si conosce il nome: è il caso di un bronzetto di atleta rinvenuto a metà Ottocento in località Quarata vicino ad Arezzo, con dedica alla divinità Clanin(sl), cioè il fiume Clanis, la Chiana.