Prosegue la protesta contro Mubarak
Sono ancora migliaia le persone presenti a piazza Tahrir, al Cairo, per chiedere le dimissioni del presidente egiziano Hosni Mubarak. E' il quindicesimo giorno del movimento di protesta del Paese africano. I manifestanti hanno dormito sotto alcuni tende o avvolti in coperte, con numerosi di loro che si sono accampati ai piedi dei tank dell'esercito dispiegati su vari accessi alla piazza.
Suleiman: "C'è piano per trasferimento pacifico dei poteri"
Il vice presidente egiziano, Omar Suleiman, assicurando che non ci saranno conseguenze per gli attivisti anti governo, parla di un piano e un calendario per il trasferimento pacifico dei poteri. "Siamo sul percorso giusto per uscire dalla crisi" ha detto Suleiman, spiegando che "è stata stilata una road map chiara con un calendario per un pacifico ed organizzato trasferimento dei poteri".
Creata commissione per riformare costituzione
Il presidente egiziano Hosni Mubarak ha creato una commissione che monitorerà il processo di riforma della costituzione. Lo ha annunciato il vice presidente Omar Suleiman. "Il presidente Mubarak ha dato l'ok alla formazione di una commissione costituzionale che supervisionerà gli emendamenti costituzionali e le modifiche legislative", ha spiegato Suleiman, in una nota diffusa dalla tv di Stato.
Mubarak cerca di sedare lo scontento popolare
Il presidente egiziano sta cercando in tutti i modi di sedare la piazza impegnandosi ad aumentare i salari del settore pubblico. Mubarak lunedì ha riunito per la prima volta i membri del suo nuovo governo approvando un piano per aumentare gli stipendi del settore statale del 15 per cento a partire da aprile e si è impegnato a spendere 6,5 miliardi di sterline egiziane (940 milioni di dollari) per aumentare le pensioni. L'esecutivo ha dato inoltre istruzione per "la creazione di una Commissione di Inchiesta indipendente e imparziale" sugli scontri a piazza Tahrir tra sostenitori del regime e manifestanti.
Usa: complicato andare subito al voto
Il governo americano ha ammesso che sarebbe "un obiettivo complicato" per l'Egitto organizzare e celebrare subito elezioni libere e credibili, tenendo conto del passato. La paura dell'amministrazione Usa è che se si arriva al voto anticipato si rischia di assicurare una vittoria alla fratellanza Musulmana, l'unica opposizione sufficientemente organizzata dopo anni di regime, senza dare spazio alle altre voci.
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